Il check-out del lavoratore

Il collaboratore oggi assomiglia molto di più a un viaggiatore, che nell’arco della propria vita passa per diverse realtà lavorative, tappe in cui lascia un suo contributo e grazie a cui consolida esperienze e nuove competenze.
Ecco perché in strategia di Employer Branding l’attività di offboarding è importante quanto quella di onboarding.

“It is not the destination where you end up but the mishaps and memories you create along the way.”

Penelope Riley

La carriera di un individuo può essere paragonata a un viaggio affascinante, costellato di luoghi da esplorare, persone da incontrare ed esperienze da accumulare.

Ogni tappa di questo percorso lavorativo rappresenta un capitolo unico nella storia di un individuo, e proprio come in ogni viaggio, il momento di lasciare un luogo diventa cruciale. Che sia una partenza volontaria o dettata da circostanze esterne, l’atto di lasciare un lavoro merita una riflessione accurata. Assomiglia al momento del check-out in un hotel: è un’opportunità per concludere in modo positivo e lasciare un’impronta duratura, sia per il lavoratore che per l’azienda.
Nel viaggio professionale del collaboratore ogni nuovo inizio porta entusiasmo e con il passare del tempo, il lavoratore esplora, impara, e sviluppa legami con colleghi e responsabilità. Tuttavia, come in ogni viaggio, ci sono momenti di sfida. Le difficoltà sul lavoro possono essere paragonate a ostacoli inaspettati durante un viaggio. Questi momenti testano le capacità del lavoratore e spesso influenzano la sua decisione di rimanere o intraprendere un nuovo percorso. Quando un collaboratore raggiunge il punto in cui deve salutare un luogo, sia che si tratti di una scelta personale o di una necessità, la modalità di partenza diventa cruciale.

L’Importanza dell’Offboarding in una strategia di Employer Branding

L’off-boarding è il processo attraverso il quale un collaboratore lascia l’azienda. Questo atto finale è analogo al check-out di un albergo: è un momento in cui le ultime impressioni sono fondamentali. Un offboarding ben gestito può lasciare una sensazione di apprezzamento e rispetto, anche nel caso di una partenza non necessariamente positiva. Ecco perché è essenziale per le aziende trattare l’off-boarding con la stessa cura e attenzione con cui trattano l’on-boarding.

Un off-boarding positivo crea un’ultima impressione duratura nella mente del collaboratore. Questo può influenzare la sua visione complessiva dell’azienda e contribuire alla sua reputazione.
Sarà importante mostrare che l’azienda apprezza il contributo della persona durante il suo soggiorno nella “città lavorativa”. Questo contribuisce a un senso di riconoscimento e di valore personale.
E dato che le relazioni professionali sono il carburante che muove tutte le attività un off-boarding positivo favorisce il mantenimento di queste connessioni, che potrebbero rivelarsi utili in futuro.

Proprio come le recensioni degli ospiti influenzano la reputazione di un albergo, le testimonianze dei lavoratori possono influenzare la reputazione di un’azienda. Un off-boarding positivo può generare feedback positivo e promuovere l’immagine del brand.

Ogni separazione non è mai semplice, l’off-boarding ben strutturato è una opportunità per fare riflessioni profonde sia per il lavoratore che soprattutto per l’azienda perché può portare a un miglioramento continuo dei processi e delle relazioni e trasformare il lavoratore in un ambasciatore del proprio brand.
Il momento in cui un lavoratore lascia un posto di lavoro è cruciale per consolidare il suo percorso e contribuire alla reputazione dell’azienda. L’off-boarding ben gestito garantisce che l’esperienza complessiva di un collaboratore sia positiva, indipendentemente dalla fase del viaggio in cui si trovi.

Così come un viaggiatore lascia un luogo con ricordi preziosi, un lavoratore può lasciare un lavoro con un senso di realizzazione e gratitudine. E proprio come il viaggiatore può scegliere di tornare in futuro, un ex collaboratore potrebbe essere portato a intraprendere nuovamente un viaggio con l’azienda, se l’esperienza è stata genuinamente positiva.

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