Iniziare dall’onboarding a coinvolgere i dipendenti su Linkedin
Le aziende investono molto sui processi di ricerca e selezione per acquisire nuovi talenti o per strapparli alla concorrenza. Le leve abituali di stipendi e benefit continuano ad avere una loro forza attrattiva, ma da sole non bastano più. I Millennials e la Generazione Z hanno un approccio differente, cercano un lavoro stimolante, in un contesto organizzativo flessibile, basato su chiari obiettivi da poter svolgere anche in smart working. Cercano un equilibrio tra la vita professionale e la vita privata.
La selezione oggi è fatta da entrambe le parti. Anche il candidato valuta, si informa, usa i diversi canali on-line non solo per verificare la reputazione dell’azienda ma per capire come si lavora e se può essere l’ambiente adatto per il suo percorso professionale.
Le imprese sono formate da persone (attuali e non) e queste contribuiscono con le proprie esperienze a creare nel bene o nel male la reputazione di un’impresa. Sottovalutare i canali online o gestirli in maniera errata può allontanare i talenti prima ancora di poterli valutare.
Investire sull’Employee Experience
Avere un processo di inserimento dei dipendenti chiaro e coinvolgente è il modo più efficace per garantire che una neo-assunto non si trasformi in un ex dipendente uno o due mesi dopo. È fondamentale per la soddisfazione, la fidelizzazione, l’engagement dei dipendenti e, soprattutto, per fare in modo che dimostrino il loro valore.
The Undercover Recruiter ha raccolto alcuni dati sull’implementazione di una strategia di onboarding di successo.
- Il 91% dei dipendenti “on board” si sente più connesso all’Azienda
- L’89% dei dipendenti sente più integrato nel proprio team
- I dipendenti hanno 14 volte più probabilità di avere una maggiore consapevolezza nel ruolo
- La soddisfazione sul lavoro per i dipendenti “a bordo” è 30 volte superiore rispetto agli altri
- I dipendenti “a bordo” hanno 18 volte più probabilità di essere impegnati a lungo termine nella loro azienda
La conclusione è che le aziende che investono tempo nell’inserimento dei dipendenti ottengono legami più profondi tra i colleghi e un maggiore coinvolgimento alla cultura aziendale. Anche i nuovi assunti si aggiornano più rapidamente e possono iniziare a contribuire prima. Tutti questi vantaggi combinati si traducono in notevoli miglioramenti al successo di un’azienda in termini di employer branding e reputazione .
L’onboarding è senza dubbio il momento più importante, perché si sa che non esisterà mai una seconda possibilità per fare una buona prima impressione.
L’Employee Onboarding, che letteralmente si può tradurre con “avviamento del dipendente”, fa riferimento a quelle best practice considerate cruciali per accogliere nel migliore dei modi i neoassunti all’interno di un’azienda.
Questo passaggio farà la differenza sul futuro rapporto tra dipendente e azienda.
Un processo di onboarding strutturato male o poco efficace può pregiudicare del tutto questo rapporto, portando il nuovo assunto non solo a essere meno produttivo, ma generare dubbi sulla professionalità dell’azienda e portarlo finanche a lasciare precocemente il posto appena conquistato.
Una Employee Onboarding Experience di qualità, invece, può aiutare a massimizzare le performance, la produttività e la felicità del dipendente, tanto da farlo rimanere a lungo in azienda.
L’importanza della Employee Onboarding Experience nella Corporate Communication
Abbiamo visto come questo sia il momento magico in cui i dipendenti appena assunti decidono di rimanere coinvolti nella nuova azienda o di disimpegnarsi fin da subito.
Durante questi primi giorni le aziende hanno a disposizione una fondamentale finestra di imprinting attraverso la quale modellare il rapporto con i dipendenti, ed è sulla base di questa prima relazione che si evolverà il rapporto dei mesi e degli anni a venire.
La differenza tra un onboarding fatto bene e uno fatto male è chiara: nel primo caso si avrà probabilmente a che fare con una scrivania occupata per anni, mentre nel secondo caso, tendenzialmente, si avrà a che fare con una scrivania libera di lì a poco, e quindi con nuovi costi per il processo di ricerca, di selezione, inserimento e training del nuovo personale.
Che cosa si aspetta il nuovo assunto?
Semplificando al massimo, possiamo ridurre il tutto in due desideri principali: i lavoratori desiderano imparare in fretta come fare il proprio lavoro al meglio e vorrebbero essere coinvolti il prima possibile nell’azienda, riducendo al minimo il periodo in cui vengono visti e approcciati come “nuovi assunti”.
Accogliere la persona nell’azienda non nell’ufficio o divisione. Focalizzarsi solo sulle funzioni lavorative dirette, renderà più difficile comprendere la cultura aziendale e le dinamiche al suo interno.
Ecco cosa non dovrebbe mancare in un processo di onboarding:
- On-the-job training
- Linee guida sulle policy aziendali riguardanti benefits, dress code, pause e quant’altro sia legato alla cultura aziendale
- Spiegazione delle procedure amministrative
- Assegnazione di un mentore o di un collega a cui fare riferimento per il welcome day
- Far conoscere la struttura aziendale
- Linee guida usate dai team Social Media e Corporate Communications
Il fil rouge tra Linkedin e Employee Onboarding Experience
L’onboarding è un’opportunità perfetta per trasformare talenti entusiasti in ambasciatori.
L’entusiasmo di un nuovo assunto è contagioso e riuscire a incanalarlo nella comunicazione aziendale porta solo vantaggi.
Le aziende più virtuose forniscono ai dipendenti gli strumenti giusti per diventare ambasciatori del brand. Aiutano i dipendenti a usare al meglio i social media a scopo personale e professionale creando programmi di formazione o coaching. Iniziative che facilitano la comprensione dei vantaggi di essere attivi efficacemente sui canali social anche per conto della propria azienda.
Trasformate sin da subito il nuovo dipendente in un ambassador!
Spendete mezz’ora in più nell’incontro di orientamento dei nuovi dipendenti per spiegare la strategia Linkedin e le policy adottate dall’azienda.
Pianificate un momento per condividere il piano editoriale, chiedi feedback su quanto viene fatto (o cosa ha colpito loro prima di inviare il CV) e stimola il confronto per avere spunti e idee per migliorare la comunicazione aziendale. Se è necessario organizzate una formazione sia per aggiornare in modo coretto il loro profilo personale sia implementare le competenze per usare al meglio la piattaforma in ottica di brand ambassador.
Se aiuti i dipendenti a distinguersi, loro aiuteranno la tua azienda a fare altrettanto.
Usa questi consigli come trampolino di lancio per iniziare a creare una strategia di Employee Onboarding Experience, oppure se vuoi contattami sarò felice di accompagnare te e il tuo team per impostare una strategia efficace di Employer Branding.